DI Antonio Palmentieri
(KIKA) - Souvenir è di sicuro un disco completo, forse il migliore di Emma. Nove brani, incisivi e potenti, che potrebbero essere tranquillamente tutti dei singoli di successo. Questi quattro anni d'assenza sono serviti alla cantante, che è tornata con un disco maturo, dove si sente che è cresciuta, che ha sperimentato nuovi suoni senza, però, abbandonare il suo stile che l'ha sempre contraddistinta nel mondo della musica italiana.
Il rapporto con gli haters, il desiderio di cantare nei club tra e con i fan, Sanremo 2024, il sogno nel cassetto di duettare con Lady Gaga, l'amore per l'Italia e per le isole (dove sono stati girati i primi due video musicali del disco), il bellissimo brano dedicato a papà Rosario "che è anche un modo più dolce di pensare la morte degli altri" e tanto altro in questa intervista dove Emma ha aperto il suo cuore e si è messa a nudo.
Buona lettura. Poche tracce ma buone, nove pezzi dove ogni canzone è un viaggio e tutte sono la composizione di un puzzle: Sono brani completamente diversi tra di loro ma si completano. Ogni brano lo ritrovi nell'altro, molti concetti ritornano. Alcuni brani sono proprio il continuo dell'altro.
"Amore Cane", ad esempio, è collegato a "Sentimentale" che è collagata a "Indaco", sono tre visione diverse di un'unica storia d'amore raccontata in tre chiavi diverse con attitudini diverse. In "Amore Cane" c'è più poetica, in "Sentimentale" più aggressività, in "Indaco" c'è più di morbidezza e malinconia. Tanti punti di vista diversi per parlare dello stesso argomento.
Come mai la scelta di un disco da nove tracce?
Sono Emma, non manco quattro anni per tornare con sette nuove canzoni. Mi sono presa il mio tempo e volevo che ogni brano avesse una sua identità, i brani riempitivi degli album non mi servono e non mi sono mai piaciuti. Souvenier è solo la prima parte di un lungo viaggio e sto già lavorando al continuo. Non so quando uscirò ma sto già lavorando alla "parte 2", al continuo di questo bellissimo viaggio. Il continuo del disco fa pensare ad un'uscita magari a febbraio, dopo il Festival di Sanremo.
Ti vedremo sul palco dell'Ariston?
È un caso, anche se a livello di marketing sarebbe perfetto. A Sanremo in gara ci sono stata due anni fa, ci sono andata per una volontà personale. Mio papà stava già male e volevo regalargli un momento di felicità e, grazie ad Amadeus, sono andata in gara con il brano "Ogni volta è così", un brano con un messaggio importante e fastidioso. Poi, finita il Festival, sono andata da Mara Venier il giorno dopo a Domenica In e basta. Mi sono presa del tempo per me, senza promozioni, senza uscite, senza radio. È stato solo un regalo a mio padre, sono rientrata a casa per dedicarmi a lui. Da novembre fino a fine dicembre sarò in tour per presentare il disco live. Al momento sono immersa nella vita di Souvenir.
In "Mezzo Mondo" parli di perderti per ritrovarti, questo disco ha una ricerca nuova di suoni e di vocalità, cosa ha innescato in te questa ricerca musicale?
Souvenir è frutto dell'attesa. Dopo Fortuna c'è stato il Covid e altre problematiche che mi hanno portato a non essere produttiva. Poi, in realtà, mi sono voluta prendere il mio tempo. La musica è arrivata a cambiare ogni tre settimane. Non sono per inseguire i cambiamenti a tutti i costi ma mi piace studiarli. Ho capito che cosa stava cambiando, le influenze musicali che arrivavano dall'estero. Questo tempo me lo sono presa per capire dove voglio arrivare. Mi sono ascoltata tanto ed è per questo che è venuto fuori questo disco. Un disco che resta familiare perché mi si riconosce, non c'è nessun tipo di stravolgimento dell'artista solo per compiacere un momento discografico diverso. Ho lavorato tanto su me stessa, sulla mia vocalità e sulla scrittura e questo è il risultato. Un disco autobiografico, frutto di vita.
"Intervallo", com'è nato il bellissimo brano che hai dedicato a tuo papà Rosario?
L'ho scritto poco dopo, di getto. E' stato molto intenso. Avevo al mio fianco Federica Abbate e Franco126, che ringrazierò per sempre perché mi hanno aiutata a tirar fuori questo racconto sincero e onesto di quello che ho vissuto. In questo brano, più che la morte di papà, racconto il viaggio che ho dovuto affrontare per andare da lui. Quando lui è andato via io ero a Roma. Quando dico "Tu sei già arrivato mentre io sono qui, a metà strada", è un pò una rielaborazione di un rimpianto che mi ha messo in crisi. Ero con lui poi, sotto suo consiglio, sono rientrata a Roma per terminare un lavoro, io non ci volevo andare ma lui mi convinse ad andare dicendomi: "Se non vai a lavorare mi ammazzi due volte, ricorda che nella vita ogni lasciata è persa". Quindi sono partita, si trattava di 48 ore e poi sarei rientrata. Ma non è andata così. Anche se lui mi aveva spinto a fare così, ammetto che, per un po di tempo non sono stata benissimo. Parlarne, vederla sotto una chiave più poetica, come se fosse un ultimo regalo quello di non assistere a quel momento esatto, mi ha aiutato a tirar fuori "Intervallo", che è anche un modo più dolce di pensare la morte degli altri. Non vanno via, abbiamo intervalli diversi, tanto poi ci ribecchiamo insieme.
Perché il nome "Souvenir"?
Quando fai un viaggio gli amici ti chiedono sempre di portagli una tazza, una penna, una calamita. Siccome per me questo disco è stato un vero e proprio viaggio, non solo fisico, Souvenir è una raccolta di ricordi, belli, brutti, incivisi, che regalo alle persone che lo ascoltano. Si è è parlato tanto di libertà del corpo femminile e di parità, a te che ti sei sempre battuta in prima persona su questi temi, quanto questo argomento è presente in Souvenir? Mi sono sempre esposta e schierata su temi sociali che ritengo essenziali per vivere tutti insieme in un Paese civile, sicuramente "Capelli Corti" è un bellissimo brano che racconta di una donna che si guarda allo specchio, si riconosce e capisce che si merita tante cose nella vita, sopratutto di essere felice. Non ho mai aspettato un progetto musicale per parlare di determinati temi. Le mie battaglie sono sempre state fatte quando era necessario farle, e non quando bisogna pubblicizzare un disco. Sono sempre stata dalla parte delle donne, che si chiami femminismo o meno, io lo chiamo semplicemente rispetto.
Parlando del "Souvenir in da club", da dove nasce l'idea e perché non nei palazzetti dove hai sempre cantanto?
Non è un vero e proprio tour, è una presentazione live del disco. L'idea nasce da una bellissima serata con gli amici. Ero a Roma, avevo finito di fare le prove del concerto del 1° maggio, i miei amici mi invitano a questa serata all'Alcazar, "Spaghetti unplugged". La serata consisteva che, a turno, delle band, dei ragazzi, presentavano la loro musica su questo palco. Amo questo tipo di serate, mi piacciono da morire. Mi diverto tantissimo. Ero lì, hanno iniziato ad invitarmi a cantare e mi sono divertita. Ho improvvisato, non avevo l'ansia, avevo gente a un metro che cantava con me, che mi vedeva in un contesto più intimo e anche "umano", ed è stato magico. Quando fai i palazzetti con questi palchi altissimi, è inevitabile che il distacco con il pubblico c'è, perché sei sul palco e loro sono lontani da te. Il giorno dopo ho parlato con il mio gruppo e ho detto loro che desideravo fare un "tour" intimo, ho voglia di cantare in mezzo alla gente, di sentire l'affetto dei fan sulla pelle e divertirmi con loro. Souvenir in da club è questo. Presenterò il nuovo disco ma non solo, ci saranno delle sorprese e canterò anche altri miei brani. E poi, dopo, tutti a bere birra insieme.
Dal 13 al 21 ottobre ci sarà alla Mondadori Duomo di Milano uno spazio dedicato a Souvenir, di cosa si tratta?
Ci sarà un angolo dedicato al mio disco e, tutti i giorni, andrò a sorpresa lì a salutare i presenti. Dopo quattordici anni di questo mestiere, non dico che conosco tutti i miei fan ma quasi, e per me è importante il loro supporto e la loro presenza. Sono orgogliosa di me e di loro perché, la mia comunity, insieme a quella di altre artiste italiane come Annalisa, Elodie, Alessandra, non si fa la guerra ma si supporta a vicenda.
E' bello, perché seguirne una quando puoi seguirne tante? Questo è anche merito di quanto un'artista sproni i suoi fan a non essere stronzi nei confronti di altre artiste. Io non voglio essere seguita da persone cattive che parlano male degli altri. Gli Haters, il sogno di duettare con Lady Gaga e tanto altro: continua a leggere l'intervista QUI.