(KIKA) - HOLLYWOOD - Stranger Things è stata senza ombra di dubbio la serie televisiva dell’estate, un progetto capace di raccogliere applausi e consensi sia tra il pubblico che tra gli addetti ai lavori, tanto da avviare la macchina della seconda stagione praticamente a furor di popolo.
La disperata ricerca di Will da parte di Undici, Mike, Dustin, Lucas, i complotti delle società segrete, la folle lucidità di Winona Ryder e il mondo del Sottosopra hanno irrotto nell’immaginario dei fruitori della serie, andando rispolverare un genere che era molto in voga negli anni ’80 e ’90: la pellicola d’avventura con protagonisti un gruppetto di bambini tirati in mezzo in incredibili vicende.
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Pellicole con tali presupposti hanno segnato l’infanzia e adolescenza di generazioni intere, ma invece di cercare un improbabile reboot dei Goonies, Matt e Ross Duffer, i creatori di Stranger Things, hanno deciso di immaginare da zero una nuova avventura in cui i protagonisti fossero delle piccole canaglie, simpatiche, avventurose e alla fine le uniche a capirci qualcosa in un mondo fatto di assurdità.
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