(KIKA) - "Molte persone citano questo film come qualcosa che prevedeva l'arroganza del governo. E sento che questo film ha un doppio significato ora. Fa male, fa ancora più male. E molte persone in Israele hanno preso le loro figlie, hanno preso i loro figli e i loro bambini. Ed eccolo, succede di nuovo. Quindi per noi è molto, molto doloroso e ha così tanti significati vedere questo film in questo momento". Helen Mirren interpreta Golda Meir, la prima e unica donna a ricoprire, nell’allora neonato Stato ebraico, il ruolo di ministro degli Esteri e poi di premier, nell'ultimo film di Guy Nattiv per il quale non c’è ancora una data di uscita italiana.
"Penso che dobbiamo imparare dalla storia. Uno dei motivi per cui ho sempre sostenuto Israele e ho provato sentimenti per Israele, è a causa dell'Olocausto, e della mia crescente consapevolezza da bambina, cresciuta a Londra, nell'Inghilterra del dopoguerra, la crescente consapevolezza di ciò che realmente accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale. È così devastante che ancora riesco ancora a capirlo, è inafferrabile. È stato così mostruoso, così inconcepibilmente disumano che ho sempre pensato che non dovremmo mai dimenticarlo. E il grande pericolo è dimenticare".
Fu durante l'incarico da primo ministro che Golda Meir dovette affrontare una delle più importanti crisi dello stato ebraico: nel febbraio del 1973 Israele venne attaccato su due fronti, Siria e Egitto, in quella che ancor oggi è conosciuta come guerra dello Yom Kippur. A interpretare la politica israeliana è una irriconoscibile Helen Mirren, invecchiata e appesantita dal trucco e dall’acconciatura trasandata, sempre avvolta da una nuvola di fumo, fumava infatti sessanta sigarette al giorno. Nata Golda Mabovitz, a Kiev ne 1998, da una famiglia ucraina di origini ebree, Golda assunse il nome di Meir dopo che il padre fondatore di Israele Ben Gurion e suo mentore politico, le impose di scegliere un cognome che suonasse più ebraico. Meir significa Illuminato.
Fra i cardini della sua politica ci fu la stretta amicizia con gli Stati Uniti d’America guidati da Richard Nixon. Meir si sentiva statunitense. In gioventù si era trasferita con la famiglia a Milwaukee e qui aveva vissuto per qualche anno per spostarsi prima a Denver e poi, con il marito sposato ad appena diciott’anni, in Israele. Sotto il suo governo due grandi crisi avranno luogo, nel 1972 quella che è conosciuta come il massacro delle Olimpiadi di Monaco e l’anno dopo la guerra del Kippur. Il film racconta proprio quegli ultimi giorni della carriera politica di Golda Meir che tiene testa alla crisi con l’aiuto degli Stati Uniti, anche se poi proprio quei fatti porteranno alla fine del suo premierato.
Il trailer del film porta in scena il dialogo fra Henry Kissinger, interpretato da Liev Schreiber e Golda/Hellen Mirren: “Ricorda che sono prima di tutto un americano, poi un segretario di stato e poi un ebreo”, dice Kissinger a Meir. “Hai dimenticato che noi ebrei leggiamo da destra a sinistra”, risponde lei. Le polemiche non mancarono, nonostante un’indagine interna dimostrò la correttezza nella conduzione delle operazioni a seguito della crisi, alla Meir fu ascritto il disastro dei primi giorni dell’attacco sirio-egiziano.
Allo stesso modo a Hellen Mirren non sono state risparmiate critiche durante la presentazione del film, lo scorso febbraio al festival del cinema di Berlino. Gli è stato contestato infatti il suo non essere ebrea. Mirren in quell’occasione aveva risposto: “Dovremmo limitarci a dire che solo gli ebrei possono ritrarre gli ebrei? E per quanto riguarda i non ebrei? In questo modo tendiamo solamente a limitarci. Penso che gli attori israeliani ed ebrei non abbiano limiti e nessun problema a ritrarre personaggi internazionali”. Lo stesso regista Guy Nattiv ha aggiunto: “Credo sia una polemica sterile, la Mirren non è ebrea, ma è la più grande attrice esistente”.
Il film si conclude con il ritratto di una donna che, consumata dalla leucemia e ormai stanca si ritira dalla vita politica a pochi giorni prima del suo 76esimo compleanno. Gli ultimi anni sono intimi, introspettivi, densi di nostalgia. «Quando una donna non vuole solamente partorire e allevare i figli» – era solita ripetere – «ma quando la donna vuole essere qualcuno…beh, è dura. Lo so per esperienza personale. Sei al lavoro e pensi ai figli che hai lasciato a casa. Sei a casa e pensi al lavoro che non stai facendo. Si scatena una lotta dentro di te: il tuo cuore va in pezzi».
Hellen Mirren non è nuova all’interpretazione di personaggi storici importanti, nel 2006 vinse l’Oscar per la sua interpretazione della Regina Elisabetta in The Queen.