(KIKA) - PALERMO - Matteo Salvini fa tappa a Via D’Amelio, a Palermo, sfoggiando una mascherina che esalta il ricordo di Paolo Borsellino, che proprio qui perse la vita insieme a cinque agenti della scorta in seguito all’attentato dEL 19 luglio del 1992.
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“Me l'ha regalata l'assessore Alberto Samonà e per questo lo ringrazio”, le parole del leader della Lega ai cronisti. “Ogni volta che vengo a Palermo lo ritengo un dovere civico e umano, da italiano e da ministro che ha combattuto la mafia e quindi per ricordare un grande uomo di giustizia e le donne e gli uomini della scorta. Mi sembra il minimo. Poi ci sarà una giornata densa d'incontri ma mi sembrava giusto partire da qui”.
Dalla mascherina in favore di Donald Trump a quella con raffigurato il prode magistrato siciliano il passo è breve, i detrattori dell’ex ministro dell’Interno però non hanno gradito, così come personalità di spicco del mondo politico. “Con quella mascherina offende un simbolo. Soprattutto nella sua propensione a mistificare e strumentalizzare. E' bulimico. Ma non può permettersi di offendere i simboli dell'antimafia, come ha fatto con questa mascherina. Chieda scusa e cerchi il senso del limite”, il piccato commento del presidente della commissione Giustizia della Camera e deputato M5s Mario Perantoni.
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Il leader del Carroccio segue questa linea stilistica e propagandistica da anni: Prima erano le t-shirt e le felpe, adesso sono le mascherine; da quelle delle forze dell’ordine a quelle delle città ospitanti, fino a passare ai motti: “Ruspe in azione” e passando, appunto, da Trump a Borsellino.