mercoledì, 4 Maggio 2022

Guerra in Ucraina: Jasmine LoBianco racconta il dramma trans

di Redazione
“Le loro storie ci giungono con il contagocce, la guerra è anche questo”.
Questa guerra ha milioni di volti, tanti si sono spenti per mano dei bombardamenti e il fuoco nemico, altri sono in fuga, alcuni sono stati fatti prigionieri e chissà quale sarà la loro sorte e così via. Ogni giorno, dal fronte e dai confini dell’Ucraina ci arrivano tante storie.

La modella Jasmine Lobianco, però, sposta e pone l’accento e alza la voce per denunciare le storie di tutte le trans, anche loro fanno parte di quest’assurdo conflitto, ma sono emarginate e a causa della legge marziale chiamate al fronte per servire la patria.

“Le loro storie ci giungono con il contagocce, meglio far finta di nulla la guerra è altro. No: la guerra è anche questo”, così inizia Jasmine a toccare l’argomento.

Ciao Jasmine, abbiamo solo qualche testimonianza da parte delle ragazze trans dall’Ucraina, perché?

Andiamo al sodo: questa guerra ogni giorno è sempre più violenta, distruttiva e a pagarne il prezzo più alto sono sempre le persone deboli, cui storie non vengono raccontate per una questione di comodo o ritenute meno importanti rispetto ad altre.

Le donne trans sono allo stremo e sempre più ai margini, continuativamente impaurite dalla legge marziale, che il Presidente Zelensky ha indetto lo scorso 24 febbraio, ma in che mondo viviamo?”.

Spiegaci meglio.

Alcuni racconti ci arrivano dalla stampa estera, altri da alcuni giornalisti volenterosi qui: le ragazze e donne trans in questa guerra stanno subendo delle atroci discriminazioni e non possono lasciare il paese come tutte le donne profughe a causa del loro passaporto, dove emerge la loro identità maschile. Quel che è peggio: sono chiamate alle armi e a scendere in trincea per combattere.

Ancora, la maggior parte sono giovanissime tra i 18 e i 20 anni, in piena fase di transizione e hanno dei bisogni impellenti a livello farmacologico, non devono interrompere le cure e a livello psicologico devono essere supportate per non aggiungere altri traumi”.

Cosa dobbiamo fare?

Si parla di aiuti umanitari, si parla di raccolte fondi e medicinali, ma serve di andare da loro fornire supporto psicologico e aiutarle a venire via.  In questo, la Croce Rossa che è impegnata in prima linea, può veramente fare tanto”.

Quanto è importante nella fase di transizione, essere seguiti e ricevere le cure corrette?

Sarò ripetitiva, ma la fase della transizione è delicata, già accorgersi di essere nate in un corpo sbagliato è un trauma. Intraprendere un percorso significa ricevere farmaci e sostegno psicologico, tutto quello che ora manca alle trans ucraine, che si ritrovano discriminate e continuamente vessate psicologicamente. È una guerra violenta che deve terminare al più presto possibile”.